DONA ORA

Vi porto tra le persone a cui salvate la vista

Il racconto del viaggio di Barbara in Bangladesh tra Shefali, Rahat, Taposi e Shamsul che grazie a voi oggi vedono

“Lo scorso novembre sono andata nell’estremo nord del Bangladesh per vedere dal vivo il nostro lavoro” racconta Barbara, la nostra Corporate Fundraising Manager. 

“La mia speranza è che, attraverso il mio racconto, anche voi possiate condividere l’emozione che ho vissuto io incontrando di persona coloro a cui, grazie alla vostra generosità, viene salvata o restituita la vista in questo luogo così remoto.”

Barbara è stata nel distretto di Kurigram, che confina con l’India ed è vicino al Bhutan. Di tutti i 64 distretti del Bangladesh, quello di Kurigram è il più povero. La vita è molto difficile e ogni anno ci sono pesanti inondazioni. Il 77% della popolazione vive in stato di povertà e il 54% in stato di povertà estrema.

Il campo visite

“Ho partecipato ad un campo visite e la prima cosa che mi ha colpita è stato l’alto numero di donne presenti, di gran lunga superiore a quello degli uomini. Questo dimostra che le donne con problemi di vista hanno maggiori difficoltà a trovare l’aiuto di cui hanno bisogno nella vita quotidiana” racconta Barbara.

Tra le tantissime persone che erano lì per farsi visitare, ha incontrato due donne molto sorridenti: Shefali e Halima. Entrambe non vedevano nulla a causa della cataratta, ma un mese prima, grazie all’operazione, avevano riacquistato la vista dal primo occhio e ora stavano per essere operate anche al secondo.

Barbara le ha seguite, insieme ad altri pazienti, dall’arrivo al campo, fino all’operazione, alla rimozione delle bende e infine alle dimissioni dall’ospedale.

Il piccolo Rahat dopo la visita

In un attimo si può passare dalla cecità alla vista

Dal campo visite, infatti, le persone a cui viene diagnosticata la cataratta vengono accompagnate in pullman direttamente all’ospedale.

Lì, Barbara ha incontrato anche Rahat, un bimbo di tre anni che da 10-12 giorni aveva un problema all’occhio, ma a cui fino a quel momento avevano dato solo rimedi omeopatici.

Il costo del viaggio e la perdita di una giornata di lavoro erano un deterrente molto forte e solo il peggioramento di Rahat aveva indotto i suoi genitori a portarlo in ospedale. Gli è stata diagnosticata una congiuntivite virale e finalmente ha potuto ricevere le cure necessarie.

Dopo l’incontro con Rahat e con la sua mamma e il suo papà, Barbara ha assistito anche ad alcuni interventi di cataratta e racconta: “In sala operatoria sono rimasta impressionata dall’efficienza del sistema adottato: mentre il chirurgo operava una paziente, ne preparavano un’altra sul letto accanto. Appena finiva un’operazione, il chirurgo si girava verso l’altro letto e ne cominciava un’altra.”

Barijon, una donna anziana che era completamente cieca, appena le è stata impiantata la lente intraoculare, ha detto all’improvviso “Posso vedere, posso vedere”. È stato un momento emozionante per tutti i presenti e ci ha dimostrato come, in un attimo, si possa passare dalla cecità alla vista.

 

Le visite a scuola e Taposi

Il viaggio è poi proseguito verso una scuola, dove tutti i bambini venivano sottoposti a test della vista e, se opportuno, all’esame della rifrazione.

Taposi, una bambina di 11 anni, ha candidamente ammesso di non aver mai visto bene la lavagna e di non aver mai neppure saputo che poteva esserci una soluzione: ora ha ricevuto gli occhiali di cui aveva bisogno e finalmente potrà proseguire i suoi studi con maggior profitto.

Le visite agli occhi nelle scuole sono uno strumento straordinariamente efficace che permette ai bambini di ricevere gli occhiali e le altre cure oculistiche di cui hanno bisogno, con un impatto incalcolabile sulla loro vita sia a livello di apprendimento sia sul piano sociale e personale.

Shamsul incarna perfettamente l'approccio di Sightsavers: lavora silenziosamente, con umiltà, continuità e dedizione.

Shamsul e la sua dedizione

Nella piccola città di Ulipur, Barbara ha avuto l’occasione di incontrare anche Shamsul, un sarto che non ha mai smesso di cucire e sorridere mentre le raccontava la sua storia.

Shamsul ha 65 anni e da 21 lavora con la sua macchina da cucire a pedale su un marciapiede, guadagnando da $1,50 a $2 al giorno, di cui spende $0,20 per il tragitto da e per casa.

La cataratta a entrambi gli occhi gli ha impedito di lavorare per sei mesi, fino a quando è stato sottoposto alle due operazioni.

Fortunatamente, il negozio davanti a cui lavora non ha permesso ad altri di occupare il suo posto e così, dopo essere stato operato ed aver riacquistato la vista, ha potuto riprendere la sua attività.

Shamsul incarna perfettamente l’approccio di Sightsavers: lavora silenziosamente, con umiltà, continuità e dedizione. E la sua storia spiega perché facciamo quello che facciamo: con un semplice intervento chirurgico, abbiamo aiutato Shamsul a tornare al suo lavoro, che è l’unica fonte di reddito per lui e sua moglie ed è indispensabile per la loro sopravvivenza.

Mongli e le sue nipotine

Oraon e Santal

Il viaggio di Barbara si è concluso con la visita di due piccoli villaggi abitati da gruppi etnici originari dell’India, vittime di discriminazioni e ad oggi sostanzialmente esclusi dalla società bangladese: gli Oraon che vivono a Binodpur e i Santal a Dhapudaypur.

Gli Oraon sono stati relegati forzatamente nel villaggio di Binodpur, dichiaratamente per proteggerli, ma in condizioni disumane. Le case sono minuscoli monolocali di lamiera marcescente, ampiamente danneggiati dal tempo e dalle inondazioni.

Il loro futuro sarà certamente meno difficile

Fino all’arrivo di un operatore di Sightsavers, l’anno scorso, nessuno di loro aveva accesso alle cure oculistiche. Da allora, 20 persone hanno potuto ricevere gli occhiali e 8 l’intervento di cataratta di cui avevano bisogno.

Una delle donne operate di cataratta, Suko, a 75 anni lavora ancora a giornata nei campi, quindi la vista è necessaria per la sua sopravvivenza.

Racconta Barbara: “Nel villaggio di Dhapudaypur, ho poi incontrato Mongli, che è stata operata di cataratta ad aprile.  Mongli e le sue nipotine hanno riso  per tutto il tempo. Con un gran sorriso, ha detto  felice:  “Ora vedo meglio, posso occuparmi delle faccende domestiche, lavorare nei campi per guadagnarmi da vivere e preparare il cibo per il bestiame”.”

Nonostante i grandi ostacoli che gli Oraon, i Santal e tutte le persone che Barbara ha incontrato nel corso della sua visita devono affrontare quotidianamente, grazie a questo progetto e a chi lo sostiene la loro vista sarà salvata e il loro futuro, per quanto non facile, sarà certamente meno difficile.

 

"Aver visto questo progetto dal vivo e aver trascorso del tempo con le persone del luogo mi ha confermato il grande impatto di ogni singolo gesto di generosità: la vita delle persone qui ogni giorno cambia grazie al vostro prezioso aiuto."

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